Home > Anni ’70 > Lotta continua alla Garbatella

Lotta continua alla Garbatella

Brevissime note di storia della sezione “Piero Bruno”

lunedì 11 novembre 2013, di Fabrizio Scottoni

Ridurre a una paginetta e mezzo (come mi è stato chiesto) la storia di Lotta Continua di Garbatella è compito arduo, con molti rischi di semplificazione che poco possono trasmettere degli stati d’animo, dell’entusiasmo e dello stile di vita che hanno caratterizzato quella comunità di persone. (Ma questo sarebbe l’elemento principale da descrivere!) Era un vivere tutti i giorni intensamente e insieme. Le cose di politica si intrecciavano con le vicende personali. Persino la gita, la festa, la vacanza avevano un carattere politico e una pratica collettiva. Il rischio è dunque che tutta lo scritto seguente si riduca a fredda cronologia…

Sembra impossibile pensare che l’intera vicenda di Lotta Continua di Garbatella si sia snodata in un concentrato temporale di appena 4/5 anni, dal 1972 al 1976! Quante cose è stato possibile fare in quel brevissimo lasso di tempo!
Il quadro politico è quello immediatamente successivo al ciclo di lotte operaie e studentesche del 68-69 che avevano prodotto rottura culturale, ma anche significative vittorie (statuto dei diritti dei lavoratori, riforma della scuola, riforma del sistema pensionistico). I primi anni ’70 furono quelli della rivincita conservatrice, ma anche di una grande tenuta del movimento, dell’espulsione del partito socialista dal governo, dei monocolori democristiani appoggiati dall’Msi, dell’introduzione di nuovi sistemi di produzione nelle fabbriche, del rafforzamento di quello che allora chiamavamo “partito della reazione”, dei tentativi di colpo di stato, delle grandi stragi di massa (piazza della Loggia a Brescia, 1974), della legge Reale. Ma erano anche gli anni di grandi movimenti di massa, dalle fabbriche (rinnovi contrattuali del 72/73) ai quartieri, alle scuole ed università. Nessun comparto sociale era immune da rivendicazioni, fermenti. L’Italia era attraversata da lotte e proteste un po’ ovunque. Il peso elettorale della sinistra ufficiale era cresciuto su quell’onda. Il modo di fare politica era segnato da un attivismo politico forsennato e l’organizzazione “extraparlamentare” Lotta Continua, seppure in modo diversificato da zona a zona, diventava un punto di riferimento per quanti ritenevano blanda, subordinata ed inefficace la politica del Pci e del sindacato, inseriti ormai completamente in una logica interna al capitalismo e al sistema. LC era un’organizzazione molto poco ortodossa pur definendosi comunista. Usciva dagli schemi tradizionali di lettura del conflitto sociale, ne interpretava le spinte, ne indirizzava le iniziative e le lotte sui fronti più diversi.

Quando la sede centrale romana dell’organizzazione decise verso la fine del 1972 di “fondare” una sezione a Garbatella una decina di militanti della sezione del Trullo ma residenti a Garbatella, Testaccio, S. Paolo e Tormarancia ed altri compagni furono coinvolti e venne loro affidato l’incarico di verificare la praticabilità di quel progetto. Non avendo una sede a disposizione, quel piccolo coagulo di studenti medi, universitari, qualche operaio e impiegato, svolse le sue prime piccole riunioni nelle osterie più popolari del quartiere, agli alberghi al lotto 42, dal Moschino, dal “Marinese” a Testaccio. Qualche volta eravamo ospitati nella sede dell’ex Gruppo Comunista Garbatella, che di lì a poco aderì al Gruppo Gramsci, di via Passino 20.
Fu subito deciso di avviare diversi fronti di intervento politico con frequenti volantinaggi e/o megafonaggi, cioè piccoli comizi volanti, alle principali fabbriche di Magliana (Fiat, Saim, Romeo Rega) e dell’area Marconi (Omi). Ricordo le “alzatacce” alle 5 del mattino per distribuire una gran quantità di carta agli edili, che in migliaia lavoravano ai cantieri di Roma 70 in via di Grottaperfetta a Montagnola. Il ciclostile Gestetner era in funzione 24 ore su 24 (montagne di alberi furono abbattuti per fornirci di carta!). Ovviamente c’era molto attivismo nelle scuole, con nuclei di compagni presenti soprattutto negli istituti tecnici (Armellini, Areonautico, Cine Tv) e i nei licei (Borromini, Socrate, XIV liceo, Cannizzaro, Vivona). Ebbe inizio in quella fase una presenza sistematica nel quartiere di Garbatella, davanti alla Standa, al mercato coperto, alla metro e in diversi lotti delle case popolari.

Il numero di compagni che si avvicinavano era in costante crescita, ma da questo punto di vista il salto di qualità fu quando ereditammo la sede di via Passino dal Gruppo Gramsci (fine 1973). Nel giro di un anno LC Garbatella da poche decine di compagni, crebbe molto di numero ed estese la presenza poltica su diversi fronti. Eravamo accusati di “spontaneismo” dai cugini di Avanguardia Operaia e del Pdup, mentre quelli della Villetta (sede storica del Pci, a 50 mt dalla nostra sezione) ci liquidavano come gruppettari e provocatori.
Ci si strutturò in modo sempre più capillare. L’intervento operaio, che faceva parte del nostro dna, e che ritenevamo essere parte essenziale dell’attività di LC, fu esteso – per la verità - con scarsi o episodici risultati. La nostra presenza riguardava non più solo le fabbriche di Magliana, ma anche quelle di Fiumicino (Cris Craft, cantieri navali) e persino di Pomezia. Si ampliò l’intervento con gli edili (a Montagnola, all’Eur). La nostra sezione divenne punto di riferimento del collettivo politico dell’Alitalia, del coordinamento dei parastatali (Inps, Inail, Enasarco), dei bancari. La sezione di LC ebbe una presenza molto influente nella Sirti. In quella occasione gli operai, inquadrati nell’edilizia, ci chiamarono per sostenere la contrattazione diretta col padronato del contratto integrativo aziendale.
Eravamo presenti (nella fase alta del ruolo dei Consigli di fabbrica) al Consiglio di zona della Magliana, al Comitato di quartiere di Garbatella (che presto naufragò perché divenne una sorta di sterile intergruppi).
Nel 1974 prese piede in diversi lotti delle case popolari di Garbatella e Tormarancia l’autoriduzione degli affitti e delle bollette dell’Enel. Le nostre compagne erano chiamate nel quartiere le “signorine dell’autoriduzione...”, (definizione questa che dava loro molto fastidio).
La presenza nelle scuole si allargò con i Collettivi Politici Studenteschi ed aveva come punta di diamante l’istituto tecnico Armellini che organizzò importanti esperienze di lotta.
Ricordo poi la presenza assidua alle caserme della Cecchignola col movimento dei “Proletari in divisa” in lotta contro le regole della naja, le gerarchie militari e quella che più in generale definivamo la funzione antiproletaria dell’esercito.
Eravamo molto attivi per quanto riguarda la controinformazione, l’agibilità politica nei quartieri popolari intorno Garbatella. La presenza dei fascisti non fu mai consentita alla Garbatella. Eravamo sempre impegnati nella vigilanza, nell’autodifesa e nel rintuzzare i raid squadristici che molto spesso, soprattutto all’Eur e a piazza Navigatori, avevano luogo in massima parte a danno di compagni isolati.
L’internazionalismo, inteso come solidarietà attiva con i tanti movimenti di liberazione e informazione sui tanti conflitti mondiali, è stato oggetto di costante attività della sezione (golpe in Cile, Nicaragua, fronte Polisario, Spagna, Portogallo, questione palestinese, Africa).

E proprio in occasione di una manifestazione in solidarietà con l’Angola (appena liberata del colonialismo portoghese) il 23 novembre 1975 fu ucciso Piero Bruno in un agguato poliziesco (la prima messa in pratica della famigerata legge Reale che autorizzava l’uso delle armi da fuoco da parte delle forze di polizia) davanti all’ambasciata dello stato fascista dello Zaire che per contro del Sud Africa organizzava i mercenari contro la recentemente costituita repubblica popolare dell’Angola.
Piero era un giovane studente di Garbatella che aveva partecipato alle lotte dell’ Iti Armellini e aveva appena 18 anni quando fu colpito a morte per mano di un carabiniere in borghese. In quella occasione altri tre compagni furono colpiti di striscio.

La sede di LC della Garbatella, che a lui fu dedicata, è durata appena 5 anni, ma ha rappresentato per le centinaia di giovani che hanno sceso i gradini di quella sezione un luogo di socializzazione e di crescita personale che ha lasciato tracce profonde. Quella sezione ha stimolato la critica politica, ma soprattutto ha dato espressione a un nuovo protagonismo giovanile. E’ stata produttrice di idee ed iniziative (mercatini rossi contro il carovita, feste “del proletariato giovanile”, le attività culturali, i coordinamenti femministi); ha creato solidarietà ed aiuto reciproco; contribuito a creare le amicizie profonde che ancora oggi proseguono.
C’è chi ha detto che Lotta Continua è stata uno stato d’animo più che un movimento politico vero e proprio. Probabilmente è stata un po’ anche questo, ma indubbiamente ha rappresentato uno strumento per sviluppare battaglie (diritti civili, divorzio) per libertà, l’uguaglianza e giustizia sociale.
In tutto questo non bisogna dimenticare le campagne politiche: prendiamoci la città, Msi fuorilegge, armi al Mir (subito dopo il colpo di stato il Cile) e tutte le campagne di controinformazione rivolte a smascherare le manovre dei servizi deviati, dei poteri occulti e dei fascisti che in qualche caso noi per primi individuammo.
Dopo il congresso di Rimini la sezione si sciolse in modo abbastanza traumatico e improvviso. Alcuni proseguirono per un po’ l’impegno con Lotta Continua per il Comunismo; non molti entrarono nel buco nero della droga; altri si indirizzarono verso l’area dell’autonomia; molte compagne fecero parte del movimento femminista romano. L’ultimo grande trauma per noi fu nel 1977 quando Fabio Agostini, amico di Piero Bruno, si suicidò.
Ma per tantissimi lo scioglimento di LC rappresentò, fatta salva la presenza più o meno attiva nel corso del 1977, la fine di una grande esperienza di vita e un voltare pagina……..
Infine voglio ricordare chi di quella sezione (o li vicino) non c’è più: Piero Bruno, Fabio Agostini, Massimo Crocco, Stefano Miceli, Tiziana Nulli, Demetrio Giordani, Luigi Miconi, Enrico Galloni, Gilberto er roscio, Giancarlo De Simoni, Claudio Pallone, Aldo Santini, Marcello il vecchio e Mario Torti detto “Bicchierino”.

Lavori in corso

Lavori in corso

Attenzione: un problema tecnico (server SQL) impedisce l'accesso a questa parte del sito. Grazie per la comprensione.