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La sua vita in comune

giovedì 24 gennaio 2013

Scrivere di Fabrizio è facile in un senso ma difficile nell’altro… descrivere un personaggio complesso come lui è cosa ardua, ci proverò.

La prima immagine che mi fornisce la memoria è quella di lui che cammina ai lati del corteo, siamo negli anni 70 ed allora non lo conoscevo direttamente perchè avevo “solo” 14 anni mentre lui, nato 4 anni prima, era già “grande”.
Capelli lunghi, il suo profilo inconfondibile una copia di suo figlio maggiore… la nostra conoscenza diciamo di vista si approfondì quando divenne il compagno di vita di Viviana. Il mio rapporto con lui non fu subito facile: tutti e due testardi, molto sicuri e con una difficoltà ad ammettere errori; comunque non è mai mancata una profonda stima reciproca. Ricordo come se fosse ora (nel mio ristorante) quando, prendendomi da parte, mi comunicò l’idea della festa dei 40 anni di Lotta continua. Mi parlò come un fiume in piena, e dai suoi discorsi fu subito chiaro che non si trattava soltanto di quel giorno, ma sperava e si auspicava quasi giurandoci che da quell’incontro sarebbe nato qualcosa.

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Da quel momento in poi ho stretto con lui un rapporto che quel maledetto male ha interrotto un anno fà. L’emozione mi avvolge quando ripenso a quell’utopico periodo,la mia macchina ne sa qualcosa… ho macinato quasi quotidianamente i km che mi separavano da roma,solo per la gioia di rivedere i miei antichi compagni di lotta continua, mi è sembrato di rivivere una seconda adolescenza ed il “presidente” è stato il mio ispiratore.ogni volta che ci vedevamo o sentivamo per telefono era un continuo scambio di idee e progetti,la maggior parte irrealizabili,ma viva la fantasia. La nascita dell’associazione sancì la voglia di tornare a discutere,di socializzare e di pensare non solo al passato ma anche al futuro. La casa di Fabrizio era sempre aperta, la proverbiale generosità sua e della sua compagna sono note a tutti; mi guardava sempre sbigottitito quando la notte verso le 1-2 pensavo di andare via la sua domanda era sempre la stessa: “n’do cazzo vai a quest’ora dormi qui con me”. Di lui da quando non c’è più ho cercato di rubare le qualità che a me in parte mancano: un giusto ottimismo (il suo era eccesssivo), il vedere positivo anche se già si sta precipitando (tanto un appiglio lo troviamo) ed il volere bene (senza filtro) alla gente.
Di Fabrizio porterò sempre nel cuore questi atteggiamenti e spero di riuscire a divulgarli come faceve naturalmente lui. Vorrei raccontare, a proposito di ottimismo ,la sua ultima correzione ad un nostro progetto lavorativo, tre giorni dopo ci avrebbe lasciato per sempre eppure in una pausa dei terribili dolori che il male gli procurava, mentre gli massaggiavo la gamba, discutemmo per più di un ora sul nome della nostra inpresa… alla fine prima di addormentarsi stremato dalle medicine, volle aggiungere una postilla al nome dicendomi: “Massimo nun me rompe li cojoni si chiamerà io ti risolvo”. La sua passione per gli etruschi, la storia, il restauro, l’arte, la caccia, la corsica, il calcio, i compagni, Lotta Continua, Roma, le donne, i banditi, i ribelli insomma quello che siamo stati, con lui riuscivo sempre a condividerlo mitizzando anche eccessivamente delle cose.
Questo era Fabrizio un personaggio davvero contagioso dal quale era difficile sfuggire; le sue amicizie trasversali ne sono una prova. Per questo abbiamo pensato di dedicargli un sito, dove tutti quelli che lo hanno conosciuto possano continuare a frequentarsi ed a scambiarsi idee e progetti per tenerne viva la memoria. L’ho sognato una sola volta, era in una specie di villaggio messicano insieme a tante persone di cui non ho visto il viso, ma ne ho avvertito la presenza…era insieme a tutti i nostri compagni scomparsi prematuramente. Del sogno ricordo una sensazione di tranquillità,di gioia poi soprafatta dall’ansia, non riuscivo a vederli a toccarli, volevo parlare con Valter, Andrea, Elena, Ruggero, insomma con tutti… il presidente guardandomi negli occhi, con la testa inclinata a destra ed il suo caratteristico sorriso sornione mi ha detto:”non ti preoccupare non c’è fretta, un giorno ci ritroveremo tutti qui”. Ciao Fabri’, ti porto sempre nel cuore!

Lavori in corso

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